In questa Domenica delle Palme, inizio di una Settimana Santa particolare, giunga la benedizione su ognuno di voi, sulle vostre famiglie e su tutte le palme che avete nelle vostre case..Don Antonio e Don Nino
~~~Omelia 5 aprile 2020, Domenica delle Palme ~~~
Fratelli e sorelle carissimi,
ha inizio oggi, con la Domenica delle Palme, quella che la tradizione della Chiesa chiama la “Grande settimana”. Una “Settimana Santa” che resta tale anche se quest’anno è vissuta in modo “inedito”! Ogni volta che celebriamo i misteri della nostra salvezza non ci limitiamo ad un nostalgico ricordo del passato ma siamo condotti all’interno di essi. Quei misteri vengono attualizzati, riprendono vita, si innestano nella nostra vita. Nella liturgia passato, presente e futuro si fondono in un’unica dimensione: l’oggi!
Oggi il Signore Gesù entra trionfante nella Gerusalemme del nostro tempo e ne percorre le strade. Oggi, anche oggi e ancora oggi, chiede di entrare nelle nostre storie. Ad accoglierlo non folle ma strade deserte; non uomini osannanti ma uomini rinchiusi in casa dalla paura; non segni di festa ma segni di speranza che questa situazione di emergenza presto finisca.
Eppure Gesù entra! Continua a vivere la sua passione in questo particolare frangente storico facendo sua la passione di tanti che lottano e muoiono per via di questo microscopico ma letale nemico!
Gesù, dalla croce, pochi istanti prima di rendere lo spirito, porge al Padre una domanda che sa di supplica: “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?”
Non è forse il grido di tanti di noi oggi? Non è forse la protesta che sale dai tanti ospedali, dai tanti letti di dolore e di lutto, dalle tante strade diventate cimiteri itineranti? Sì, fratelli e sorelle! È lo stesso ed identico grido! Il grido dell’umanità che sperimenta la sua pochezza, che riconosce che da sola non è in grado di farcela, che attende una risposta concreta dal cielo!
Il grido di Gesù non trova risposta nel brano evangelico che abbiamo ascoltato. Il Figlio domanda ma il Padre non risponde, anzi, tace! Sappiamo per fede che il Dio silente della Passione non è il Dio assente ma si rivelerà come il Dio presente e rispondente nel mattino di Pasqua. Lì, dinanzi ad un sepolcro vuoto, si potrà udire la chiara e definitiva risposta di Dio.
“Perché ci hai abbandonato?”: la domanda è più che lecita! Ma la risposta non è immediatamente data o per lo meno sembra non bastarci, per il momento. Che fare? Smettere di domandare ed arrendersi all’evidenza della situazione che stiamo vivendo? No! Siamo chiamati ad abitare questa domanda, a farla decantare, a vivere cioè in attesa che la risposta arrivi.
Che Cristo sia risorto lo sappiamo! Che la promessa di risurrezione sia la risposta di Dio ad ogni umano morire lo crediamo! Eppure desideriamo una risposta più personale: desideriamo uno spiraglio di risurrezione qui ed ora, desideriamo che questo sepolcro dell’isolamento si apra e con esso la vita torni a rifiorire.
Abitare le domande vuol dire pazientare! Passione e pazienza hanno la stessa radice! Forse il Signore ci sta offrendo come itinerario per questa Settimana Santa la “passione della pazienza”: pazientare è sperare, è guardare avanti, è credere che Dio risponderà alle nostre domande non in un domani indefinito e lontano ma nell’oggi dei piccoli gesti, delle semplici parole, dello stare insieme nelle nostre case, del riscoprirsi famiglia e piccola Chiesa domestica. Pazientare è ben più che disperare, è ben più che rassegnare le proprie dimissioni dinanzi alle difficoltà della vita, è ben più che poltrire in attesa che tutto passi e che tutto ritorni come prima. Pazientare è orientare il presente ad una promessa di bene e di vita: così Dio risponde alle domande dell’uomo! Buona settimana di passione, buon tempo di pazienza! Amen!